Ora è tutto finito. Accettare il ritorno alla nostra realtà dopo un’esperienza del genere è per tutti difficilissimo.
Non capita a tutti di ritrovarsi improvvisamente in America.
Ed io ho avuto questa fortuna.
Partiamo in quindici tra studenti, preside Cera, prof. D’Andrea e membri dell’amministrazione di Torremaggiore.
Dopo molte ore di volo, che è già di per sé emozionante, siamo a Buffalo nello stato di New York.
L’aeroporto è deserto: impieghiamo alcuni minuti per giungere alla sala degli arrivi ma a me sembrano un’eternità; girando l’angolo un gruppo tra ragazzi, genitori e il prof. LoJacono ci accoglie calorosamente, ci abbraccia, e noi ci sentiamo dei vip.
Bastano pochi minuti, il tempo di scambiare due chiacchiere, e ci avviamo verso la nostra nuova casa.
Sì, perché anche se allora non lo sapevo ancora, quelle degli amici americani sarebbero diventati le nostre HOMES.
Posso parlare e conoscere Christie Schun, la ragazza che mi ospiterà per tre giorni, sua madre e la sorella che ha pressappoco la mia età.
Lasciando l’aeroporto noto che davanti a noi ci sono le macchine della polizia di Buffalo con le luci lampeggianti: chiedo in merito e mi spiegano che sono lì per accoglierci e fino all'ingresso di Buffalo.
Tento di parlare un po’, ma l’emozione peggiora il mio inglese: non importa, sono qui per fare esperienze, non devo, se non a me stessa, fornire prova delle mie capacità linguistiche.
Sono comprensive e così durante il viaggio parliamo un po’ del tempo e mi chiedono come si vive in Italia.
A casa, l’accoglienza è sorprendente, me la mostrano tutta e mi fanno capire che posso sentirmi come nella mia.
Sono stanchissima e preferisco andare al letto, dopotutto domani inizia il vero scopo del viaggio.
Al mattino mi sveglio prestissimo - per le mie abitudini - e andiamo all’Hutchinson Central Tecnical High School dove Christie studia, e l’impatto con la nuova scuola mi lascia stupita.
È grandissima, affollatissima e molto diversa dalla nostra.
Le lezioni iniziano presto rispetto all’Italia ed a spostarsi per seguire le lezioni sono i ragazzi.
C’è la classe d’italiano del prof LoJacono dove passiamo la maggior parte della mattinata, durante la quale l’amministrazione torremaggiorese è sommersa di domande.
Dopo il pranzo all'interno della scuola (alle 11.00) visitiamo l’intero complesso.
Durante le lezioni i corridoi sono deserti e vi è un silenzio assoluto.
L’HCTHS è fornitissima per il nostro standard: fra l'altro ha palestre, una piscina, una biblioteca con postazioni multimediali, una caffetteria, una cartoleria.
Visitiamop alcune aule, quella del prof.Gullo di origine italiana nella quale si insegna spagnolo, la classe di tecnica e quella di biologia, dove i ragazzi faranno esperimenti sul dna: ciascuno di loro ha a disposizione il materiale occorrente per condurre la prova autonomamente, che fortuna!
Tornati al "quartier generale", il grandissimo teatro dove si trova la stanza del Circolo Italiano, e dove in mattinata è avvenuto l'incontro con Mr. David Greco - Principal (Preside) dell'Hutch Tech - ci salutiamo per tornare a casa.
Durante i tre pomeriggi trascorsi a Buffalo, ho avuto modo di conoscere qualcosa degli americani, soprattutto la loro ospitalità, che va oltre la semplice cortesia.
Durante la permanenza a Buffalo non è mancata la possibilità di avere contatti con altri italiani come Mario, ragazzo italo-americano conosciuto solo telefonicamente, e Romeo, pugliese proprietario di un ristorante italiano dove la famiglia mi ha invitato a mangiare e nel quale ho conosciuto anche Tony, studente americano che parla bene italiano e che durante il prossimo viaggio in Italia ha promesso di venire a trovarmi; con lui la prof.ssa Grott un’italiana che lavora presso l’università di Buffalo.
L'esperienza più viva è stata la firma del gemellaggio fra Torremaggiore e Buffalo che ci ha offerto l'opportunità di conoscere il sindaco di Buffalo Masiello, padre Secondo punto di riferimento della comunità italiana e la Vice Console d'Italia On.Lucia Cullens e di sperimentare la sontuosa ed elegante Cena offertaci dai nostri amici di Buffalo.
A New York ci aspetta un'altra grande emozione: l’incontro con il professore Joseph Tusiani.
L’atmosfera tranquilla di uno dei quartieri più residenziali della città ci ha preparato all’incontro con un uomo dalla personalità affascinante.
Avevo visto menzionato il suo nome su un manifesto al liceo in occasione della sua visita e l’idea di incontrare uno scrittore mi emozionava.
L’accoglienza che ci ha riservato ci ha messo subito a nostro agio merito anche del professore e del preside, e mi è subito sembrato di conoscerlo da molto tempo.
Dopo le presentazioni e lo scambio di regali, nel quale abbiamo ricevuto una copia autografata dei suoi testi, ci ha invitati ad approfittare del gustosov buffet preparato sulla tavola.
La naturalezza con la quale ha coinvolto noi studenti nella preparazione di un autentico caffè italiano, nel provare il suo stereo super tecnologico o nel farci sedere al suo scrittoio ci ha fatti sentire come a casa di un parente.
Penso che l’incontro con Tusiani sia stato per noi tutti l'avvenimento più emozionanti dell’intero viaggio.
Olga Ariano- Aprile 2004