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La "mia" famiglia a Buffalo
di Jole Faienza

Sull’altra sponda dell’Oceano Atlantico vi è una casa, o meglio un delizioso cottage, che ha reso ancora più piacevole il mio soggiorno in America. E’ la dimora dei Lyons, graziosa famigliola composta di cinque persone.
La componente maschile è rappresentata esclusivamente dal padre di famiglia: JEAN. Amante di informatica, vanta una preziosa collaborazione in una ditta di dolciumi e, detto tra noi, accanto ai fornelli, non si fa battere da nessuno!!
Proseguendo con le presentazioni, troviamo DEBBY, simpatica signora impiegata in un ufficio postale. Donna molto socievole, che ha una segreta passione per i peluche!! Madre, alquanto premurosa, di tre ragazze: TARA, STEFANY e la piccola quanto vivacissima KELLY. Tara, la primogenita, è stata la mia "sister friend", nonché la mia personalissima "teacher of English".
Il particolare che si nota al primo sguardo è che sia la giovane mamma che le figlie presentano una capigliatura biondissima e occhi azzurri color ghiaccio, tratti somatici ereditati da un’antica parentela tedesca. Superando il freddo blu di quegli occhi, emerge subito un’indole allegra, contornata da una spontanea dolcezza.
Ma se dovessi coniare un appellativo che meglio descriva la famiglia LYONS, userei sicuramente l’aggettivo "ospitale": ciascuno dei componenti, infatti, mi ha rivolto una miriade di attenzioni e nello stesso tempo è stato capace di farmi sentire realmente a "casa"!! Ogni momento era buono per offrirmi spiegazioni e dettagli sul loro stile di vita e in generale su quello americano e al contempo per chiedere curiosità sull’ Italia. Insieme comparavamo gli elementi e il tutto finiva con un sorriso di complicità.
E, per concludere, una nota di stupore: "Chi l’ha detto che i genitori americani non comunicano con i loro figli?" Vi assicuro (per esperienza personale) che in ogni momento della giornata, la famiglia LYONS riusciva tranquillamente a scambiarsi coccole e pensieri!!
Sono felice di aver conosciuto una famiglia simile e tuttora mi sembra ancora di avere una seconda casa, seppur in una terra così lontana.<

Marzo 2002

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