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Io, Sabino e i Farley
di Antonio Facciorusso

Durante la nostra permanenza a Buffalo, io e Sabino siamo stati ospitati da una famiglia molto numerosa (6 persone, 2 cani e 3 gatti), e ciò ha reso ancor più piacevole questa indimenticabile esperienza.
Arrivati all’aeroporto di Buffalo veniamo affidati alla Signora Farley, segretaria dell’"Huch Tech", e ci avviamo verso la sua casa (ad 1 ora di macchina da Buffalo) un po’ sconsolati per non essere stati affidati a dei ragazzi, come era capitato ai nostri compagni (ma non immaginavamo le piacevoli sorprese che ci aspettavano!).
Arrivati, conosciamo i primi due figli: uno dormiva pacificamente sul divano e l'altro giocava a calcio dentro casa mettendo in serio pericolo la grande vetrata attraverso la quale si godeva della bellissima vista del lago Erie.
Il ragazzo che dormiva era Ben ed aveva circa la mia età e, beato lui, poteva già andare in giro con la macchina, poiché in America a 16 anni si può avere la patente.
L’altro figlio, un autentica peste, aveva all’incirca 11 anni e si chiamava David
A cena abbiamo potuto conoscere l’altro figlio, Peter, un po’ più grande di David ma non meno tremendo.
David e Peter insieme erano incontrollabili e per questo i genitori ci chiedevano ripetutamente se potevamo portare via in Italia, nelle nostre valigie, almeno uno di loro.
La mattina seguente abbiamo conosciuto il padre, Thomas Farley, un avvocato di circa 45 anni e di una simpatia incredibile.
Per conoscere l’altro figlio abbiamo dovuto aspettare il Sabato poiché, frequentando l’Università, passava con la famiglia solo i week-end. Non so se fosse uno studente modello, ma certamente era, anche lui, un tipo molto simpatico.
Non posso non parlare dei due cani che ci hanno ripetutamente degnato della loro visita nella nostra camera ogni volta che lasciavamo la porta aperta. Uno era grande ma molto calmo, mentre l’altro, molto più piccolo, era più vivace.
Meno ingombrante era la presenza dei 3 gatti, anche se, durante la cena, ce li sentivamo passare sempre vicino ai piedi.
Non potevano certo mancare gli uccelli che, con il loro cinguettio, accompagnavano le nostre frequenti navigate in Internet (infatti la nostra stanza era dotata di un computer).
Inutile dire che io e Sabino ci siamo sentiti onorati e felici per l'ospitalità dei Farley che, con la loro gentilezza e simpatia, ci hanno fatto trascorrere dei giorni stupendi.

Marzo 2002

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